Intervista sul marchio BIO

Il biologico è in pieno boom. Ma il biologico è davvero garanzia di una sana alimentazione? Dalla cioccolata alle patatine, oggigiorno, qualsiasi prodotto che rispetti le disposizioni di leggi può definirsi un prodotto biologico.

Per questo motivo il Prof. Dr. Claus Hipp, che come nessun altro in Germania ha segnato il cammino dell’agricoltura biologica, ci tiene ad illustrarti in modo particolareggiato qual è la differenza tra il biologico standard e la qualità biologica di HiPP.

Lei ha un proprio marchio BIO. Perché?

C. Hipp: Innanzitutto perché abbiamo alle spalle una lunga tradizione . Abbiamo dato il via alla coltivazione biologica già oltre 50 anni fa. All’epoca il biologico non era così in auge. Siamo andati controcorrente e abbiamo portato avanti la coltivazione biologica con forte convinzione. Abbiamo dettato così nuovi standard in tema di qualità nell’alimentazione per l’infanzia. Teniamo conto di questi standard di qualità nella selezione del terreno, nella coltivazione e nella lavorazione, che si riflettono di conseguenza in ogni vasetto BIO di HiPP.

Ma anche il marchio BIO certificato è sinonimo di qualità, giusto?

C. Hipp: Naturalmente. La normativa dell’UE sul biologico è una cosa positiva. Essa vieta l’impiego di insetticidi e fertilizzanti chimico-sintetici,  dell’ingegneria genetica “verde”, di coloranti e conservanti artificiali, aromi o esaltatori di sapidità.

Non è dunque superfluo mantenere un proprio marchio BIO?

C. Hipp: Assolutamente no. Il marchio BIO standard è valido e importante. Tuttavia, oltre alla coltivazione, non disciplina la qualità dei prodotti biologici interessati. Le sostanze tossiche presenti nell’aria, nel terreno o nel campo confinante possono contaminare i frutti, gli ortaggi o i cereali coltivati. Pertanto le disposizioni legislative sull’alimentazione per l’infanzia ammettono una quantità minima di prodotti fitosanitari nei prodotti per l’infanzia. In HiPP non è così. Noi puntiamo decisamente a valori più bassi di quelli richiesti dal legislatore: ciò significa che non ammettiamo tali residui e svolgiamo pertanto un controllo qualità a 360° d’altissimo livello tecnologico. Nel vasetto finiscono soltanto  prodotti biologici di qualità ineccepibile, che ottengono così il nostro marchio BIO.

Allora il marchio BIO di HiPP è sinonimo di massima purezza? Come è possibile, oggigiorno, riuscire ad ottenere questo risultato?

C. Hipp: Innanzitutto analizziamo dei campioni di terreno per valutare se un campo fa al caso nostro. Già molti anni fa abbiamo stipulato dei contratti in esclusiva con le zone di coltivazione più adatte per ciascun tipo di ortaggio. Nel corso di decenni abbiamo acquisito delle conoscenze specifiche sulla corretta rotazione delle colture; durante la coltivazione assistiamo i contadini BIO, collaborando a stretto contatto con loro. Successivamente, alla consegna, accettiamo i prodotti soltanto se hanno soddisfatto i severi requisiti di purezza HiPP in base alle nostre analisi di laboratorio.

Fino a che punto arrivano i vostri controlli sulle sostanze inquinanti?

C. Hipp: Nel complesso analizziamo l’eventuale presenza di oltre 1.000 sostanze tossiche nelle materie prime. Molte di più di quelle imposte dal legislatore. In HiPP il contenuto di un vasetto è sottoposto ad oltre 260 controlli. Siamo dunque più rigorosi della legge. Grazie ai nostri sistemi di misurazione di massima precisione saremmo in grado di individuare persino un granello di sale in una piscina di 25 metri. HiPP si è imposta, spontaneamente, dei valori limite molto rigorosi relativamente a tutte le sostanze inquinanti e le impurità immaginabili. Tuttavia, un contributo prezioso in tema di purezza proviene naturalmente dai contadini biologici stessi: essi conoscono il nostro approccio inflessibile da diversi decenni. Insieme, puntiamo ad una qualità eccelsa. E questo, sin dagli inizi.